Per avviare la simulazione della rete con SWMM è necessario, prima di tutto, definire i tempi della simulazione. E’ possibile effettuare simulazioni di diversi giorni o soltanto di poche ore per verificare il comportamento della rete nel tempo.

Nella fase di verifica o progetto eseguita con i metodi classici concettuali come ad esempio quello della corrivazione (metodo cinematico) e quello dell’invaso il risultato atteso è la massima portata che può essere stimata al termine di ciascun canale. Tali metodi hanno alla base delle ipotesi non sempre verificate, ma sufficienti a garantire con un limitato margine di errore il valore della portata di piena sufficiente per una verifica e/o una progettazione di massima o di reti non sufficientemente estese. Tali metodi si basano sul concetto di pioggia critica ovvero quella pioggia che massimizza il valore della portata di piena. Ciò consente di utilizzare direttamente leggi di possibilità pluviometrica, con assegnato periodo di ritorno, senza necessariamente ipotizzare una l’effettiva pioggia di progetto.

Quando si passa ad una simulazione è necessario pertanto procedere diversamente e pensare ad un sistema fognario che viene soggetto ad una ben precisa pioggia di progetto (ietogramma di progetto).

Chiaramente la legge di possibilità pluviometrica è sempre la medesima ma occorre in questo caso stabilire quale debba essere il più opportuno ietogramma di progetto.

Reti di Bonifica consente di assegnare automaticamente uno ietogramma di progetto conoscendo la durata di pioggia critica e definendone una forma della pioggia predefinita (rettangolare, triangolare, Chicago).

Un’altra differenziazione nel definire l’input necessario all’avvio di una simulazione è legato alla caratterizzazione delle aree colanti.

Infatti, nella fase di progettazione e/o verifica delle portate massime ad ogni canale viene associato tipicamente un valore dell’area di pertinenza ed un coefficiente di deflusso medio in quell’area. Con ciò si intende che l’intero volume di pioggia opportunamente ridotto dal coefficiente di deflusso e da un eventuale coefficiente di ragguagliamento delle aree (Es. Puppini)  insista sul’estremo finale del canale che altro non è che la sezione di chiusura da esso sotteso.